domenica 28 marzo 2010

OMOFOBIA

Visto che non mi costa niente, visto che non ho nulla contro gli omosessuali, e visto che quelli che ce l'hanno con i gay sono in generale persone bigotte e spregevoli, credo che sia giusto condividere la segnalazione del Collettivo Pantera (università Statale di Milano) sul tema dell'omofobia. Leggete quanto segue:

CONTRO GLI ATTI OMOFOBI DELL'11 MARZO

Essere picchiati e insultati per il proprio orientamento sessuale non è solo una realtà da inquisizione medievale ma qualcosa che accade oggi perfino fra le mura universitarie: l'11 marzo Giacomo, studente 19enne, è stato aggredito nel polo di Biologia mentre attacchinava manifesti dell'associazione Gay Statale di cui fa parte. Un ragazzo, dopo aver strappato le locandine, ha spintonato lo studente urlando “Voi froci siete la feccia dell’umanità” e “Attaccane un altro e ti ammazzo di botte per voi malati qui non c’è posto”. Quest'episodio è solo l'ultimo di una lunga serie di violenze verbali e fisiche perpetrate nei confronti di attivisti omosessuali all'interno dell'università

Il Collettivo Pantera esprime la propria solidarietà a Giacomo e a chi, come lui, è stato vittima di attacchi di questo genere. Da anni le destre portano avanti politiche omofobe e di infondata discriminazione dei cosiddetti “diversi”, si tratti di omosessuali, di immigrati o di minoranze di qualsiasi tipo. La Chiesa, con il forte appoggio di Comunione e Liberazione, definisce gli appartenenti alla comunità LGBTQ come “malati” (cosa che peraltro abbiamo sentito anche in bocca a politici del PD) e continua una campagna di distruzione di tutti quei diritti legati alla sessualità e alla sua espressione. Tali campagne d'odio, sostenute anche dal governo, mirano a incanalare la rabbia di studenti e lavoratori e distogliere l'attenzione da una crisi in cui chi ha potere specula e continua a guadagnare, mentre chi non arriva a fine mese soffoca in una guerra fra poveri.

Vedi anche:
http://milano.repubblica.it/dettaglio/milano-omofobia-alluniversita-statale-e-il-caso-finisce-al-senato-accademico/1887355

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